Streamer e grosse trote

La pesca a streamer delle grosse trote che abitano le acque dei nostri torrenti è una tecnica in rapidissima ascesa. Utilizzando attrezzature che fino a qualche anno sarebbero state bollate come “esagerate” abbiamo la possibilità di misurarci costantemente con pesci di taglia davvero molto importante. L’incontro con questi colossi non è, infatti, più casuale ma vive di logiche molto precise.

Partiamo dalla canna. Il mio personalissimo consiglio è quello di non scendere sotto una canna che porti #8. La possibilità di ferrare un pesce di 70 o 80 centimetri nel bel mezzo di un correntone è molto più di una remota possibilità e proprio per questo motivo dobbiamo essere preparati al…peggio. Personalmente uso una Bluetooth 9’ #10/11 che in qualche occasione mi ha levato letteralmente le castagne dal fuoco.  

Mulinello. Ovviamente large arbour per contenere la coda in modo agevole e non farle fare spire troppo strette. In alcuni casi una buona frizione può essere utile. Il mio consiglio è quello di indirizzarsi verso lo Switch Black #7/9

Coda. Nel 70% dei casi uso code affondanti e streamer poco o per nulla piombati. Ho trovato nella Streamer Max Short un alleato preziosissimo nelle mie scorribande alla ricerca delle grosse marmorate. E’ una coda che ha la particolarità di avere una “testa” con un elevato grado di affondamento e che, a differenza della stragrande maggioranza delle punte affondanti, è lunga solo 4,5 metri invece dei canonici 9 metri. Questo accorgimento permette una gestione perfetta degli artificiali grazie alla possibilità di fare mending con grande frequenza e alla running line galleggiante. Quando i livelli sono bassi oppure ho la necessità di fare presentazioni molto lente utilizzo una Pike Streamer intermedia.

Finale. Proprio perché l’incontro con il pesce della vita è sempre dietro l’angolo preferisco non lesinare sui diametri. Uno spezzone diretto, lungo circa un metro e mezzo di fluorocarbon, che sia almeno dello 035. Ho trovato nei moschettoni Fastach un vero e proprio “uovo di Colombo” tramite il quali cambiare agevolmente mosca senza dover continuamente accorciare, e di conseguenza rifare, molto spesso il mio finale.

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